Da un momento all’altro ci siamo ritrovati in un film, uno di quelli in cui c’è una minaccia nuova, che bisogna arginare, studiare e affrontare. Il nostro film si chiama COVID-19.
Come in ogni racconto catastrofico che si rispetti una fetta di popolazione è entrata in panico, svuotando supermercati e prendendo decisioni senza senso, “perché non si sa mai”. Scelte che nel breve periodo possono sembrare non troppo dannose, ma che alla lunga cambiano il modo stesso in cui percepiamo il mondo. Innescano una catena che nulla ha a che vedere con il contagio del virus, ma bensì con la diffusione di un panico insensato, che porta alla diffidenza e alla lontananza, non solo fisica.
In questo scenario le grandi aziende hanno optato per lo Smart Working, le piccole aziende e i liberi professionisti vanno avanti, superando ostacoli.
C’è, poi, chi ha scelto di “vivere di vita”, di amore, che lavora creando momenti in cui le persone si ritrovano, ballano, cantano, si abbracciano, si promettono amore eterno.
Ci sono gli sposi che stanno organizzando il loro giorno.
Ci sono i miei sposi, ci sono io.
Nel piccolo mondo “A modo” ci sono coppie stupende, nessuna è entrata in panico, anche perché non ho nessun matrimonio in marzo e quest’anno neanche in aprile. Quindi c’è tempo e tutto è sotto controllo. Ma, perché c’è sempre un ma, comincia ad insinuarsi tra le pieghe di un discorso razionale e una rassicurazione, l’incertezza, figlia di questa attesa a tempo indeterminato.
L’incertezza si insinua ed è pericolosa.
“Nel dubbio mi blocco, nel dubbio non faccio, nel dubbio non scelgo, nel dubbio non vado, nel dubbio rimando, nel dubbio non mi sposo”.
Non sappiamo che fine farà questo COVID-19: “Se ne andrà da solo? Ci vaccineremo tutti prima o poi? Impareremo a conviverci?”
Non possiamo certo rispondere a questa domanda, altrimenti sarebbe troppo facile! Quello che so, però, è che possiamo reagire, scomponendo il problema, affrontandolo pezzettino dopo pezzettino.
Io organizzo eventi felici e sono abituata a gestire l’imprevisto, proprio per fare in modo che questa felicità non venga guastata. Certo, non posso risolvere un problema medico, ma posso trovare la soluzione ad una complicazione concreta, se è grande la scompongo e risolvo una parte per volta.
Quindi, mi sento di dire alle coppie che si sposeranno questa primavera di non entrare in panico, di andare avanti nell’organizzazione in modo sereno, se vi sposate in marzo e avete il timore che il rito ufficiale religioso o civile possa saltare, confrontatevi con i gestori della location e pensate già ad un possibile rito simbolico che possa unirvi tutti, sentite tutti gli invitati e confrontatevi con loro, soprattutto con chi si deve spostare per raggiungervi.
Trovate delle soluzioni creative insieme ai fornitori scelti. Avere dei professionisti al vostro fianco è fondamentale! Siate ovviamente prudenti, rispettando le regole che ci vengono imposte e consigliate, ma rimanete positivi e affrontate il tutto con ironia. L’importate è non invitare questo COVID-19 al matrimonio, d’altra parte non lo conosciamo bene, giusto?
Ricordate sempre che il matrimonio è prima di tutto un giorno per scambiarsi amore e gioia, se per primi voi sposi sarete abbattuti e giù di morale i vostri ospiti seguiranno il mood e l’atmosfera giusta non si creerà, nonostante lucine, fiori e buon cibo.
Rimaniamo fiduciosi e propositivi gli uni con gli altri.
Durante questa situazione che ci vuole disgregati e lontani fisicamente, l’unica cosa che ha veramente senso fare è rimanere uniti.
Laura Amanda
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